VOLUME 1

Alla mia tenera età di 76 anni, mi è saltato alla mente di scrivere. Ma non perché io sia un vecchietto che si annoia, anzi, abitando in una grande vecchia casa in campagna, troverei passatempi da bricoleur a volontà. Un giorno sistemando dei vecchi libri su dei nuovi scaffali, mi è capitato tra le mani un manuale di radiotecnica (non solo obsoleto ma credo anche incomprensibile a chi si occupa oggi di elettronica, a meno che non sia anche un appassionato di archeologia) che mi era servito, nella notte dei tempi, a sostenere l'esame di stato per conseguire il brevetto di ufficiale marconista. Sfogliandolo con un pò di nostalgia, lo confesso, mi sono messo a pensare che la figura del marconista non solo è scomparsa da tanti anni ma, oggi, in pochi sanno che cosa ci facesse un ufficiale marconista a bordo di una nave.

In quel momento mi sono detto che sarebbe stato forse utile dirlo in giro, non tanto perché quel ruolo ha fatto parte della mia vita per anni, ma soprattutto perché è stata una figura importante sulle navi, tanto da assegnargli il grado di ufficiale. Nessuna nave al mondo, allora, avrebbe avuto il permesso salpare senza un marconista a bordo. Mi sono quindi deciso di descrivere e raccontare situazioni ed avvenimenti accaduti in mare, visti con gli occhi del protagonista, un giovane ufficiale marconista.

Giunto a metà della storia, mi sono chiesto se avessi annoiato l’eventuale lettore con avventure che, anche se all’inizio interessanti, diventavano poi ripetitive. Ogni tempesta è simile alle altre. Tutte le serate passate a terra in un porto esotico si assomigliano. I rapporti umani a bordo sono sempre gli stessi, governati da una gerarchia imprescindibile. Decisi allora di inserire un po' di mistero nella storia, richiamandomi al mio interesse per la storia dell’universo ed all’astrofisica che mi hanno da sempre appassionato da curioso autodidatta.

Durante uno dei suoi viaggi per il Brasile, il protagonista ricevette via radio una comunicazione in Morse nella quale un misterioso russo, imbarcato su una motonave jugoslava ormeggiata a Rio Grande do Sul, gli chiedeva un incontro, al suo arrivo in quel porto, previsto dopo qualche giorno. Durante l’incontro, che il giovane aveva accettato per pura curiosità, il russo gli propose una vaga collaborazione con una organizzazione transnazionale dai contorni non molto chiari. Lui rifiutò ma il russo per convincerlo gli annunciò che la prossima destinazione del Bayhorse, la nave su cui era imbarcato il giovane ufficiale, sarebbe stata Jacksonville, Fl, USA. Poiché nessuno poteva saperlo in quel momento, nemmeno l’armatore che concludeva i contratti di nolo di viaggio in viaggio, sul momento non gli credette e pensò ad una burla anche se per motivi inspiegabili. Quando una settimana dopo il comandante del Bayhorse, non appena avuta la notizia della destinazione dall’armatore, la comunicò a tutti gli ufficiali ed era proprio quella indicata dal russo, il giovane si ricredette e volle rivederlo per approfondire quanto gli era stato detto in precedenza. Durante il secondo colloquio il russo non fu molto più dettagliato nella spiegazione ma gli precisò che nella farmacia di bordo era stato collocato un oggetto che il giovane avrebbe dovuto consegnare al suo arrivo, ad un incaricato, il quale gli avrebbe anche fornito tutti i dettagli sulla futura collaborazione. Egli spinto dalla sua innata curiosità accettò ed una volta in navigazione, con fatica riuscì a trovare il misterioso oggetto nascosto nella farmacia di bordo. Dopo la consegna all’arrivo, l’incaricato del ritiro non ebbe il tempo di dilungarsi in spiegazioni ma lo informò di un altro oggetto simile da consegnare al prossimo porto, questa volta a Bombay in India, dove gli sarebbe stato chiarito ogni aspetto.

Durante l’incontro in India gli venne proposto di collaborare con questa organizzazione, La Fenice, che operava a livello mondiale e che disponeva di risorse finanziarie illimitate e di tecnologie impensabili in quegli anni. Era stato scelto in quanto ritenuto idoneo, al compito che gli avrebbero assegnato, sulla base di alcune analisi mentali alle quali era stato sottoposto a sua insaputa. Accettò poiché concordava pienamente con gli obiettivi che la Fenice dimostrava di voler raggiungere a lungo termine. 


Dopo alcuni viaggi durante i quali ebbe la possibilità di verificare le straordinarie tecnologie di cui disponevano, gli venne chiesto di sbarcare dal Bayhorse e raggiungere la loro base sotterranea, in un deserto degli USA. Nella base scoprì un mondo a lui sconosciuto e meraviglioso. Le tecnologie di cui disponevano erano talmente avanzate che negli anni 60 nessuno le avrebbe mai neanche ipotizzate. Quello che lo stupì maggiormente fu il sistema di trasferimento delle informazioni da un archivio informatico direttamente nella mente umana. Lui stesso venne sottoposto a graduali trattamenti nozionali che portarono la sua conoscenza a livelli impensabili prima di allora. Gradualmente la sua posizione crebbe di importanza nell’organizzazione, fino a raggiungere i massimi livelli direttivi ed a far parte del Consiglio, dopo aver ricevuto il trattamento nozionale finale. A quel punto gli furono chiari molti avvenimenti politici, economici e sociali accaduti negli ultimi cinquant’anni che erano stati comunicati alle masse adattati a scopi politici, economici o militari. 

Gli archivi della Fenice avevano le vere risposte a tutti i misteri dell’epoca in quanto i suoi agenti esterni, lavorando nell’ombra, cercavano discretamente di influenzare i vari governi. Il fine ultimo era quello di raggiungere, per tutti gli abitanti del pianeta, una convivenza ed un benessere equamente condiviso e garantire a tutti una libertà individuale alla quale, però, veniva impedito di trasformarsi in prevaricazione per gli altri. Allora era ancora un’utopia ma nel corso dei cento anni successivi l’obiettivo, che la Fenice si era posto all’inizio, sarebbe stato pienamente raggiunto.

Il protagonista all’età di 70 anni si ritira con la moglie in un ranch in Arizona ed il suo posto verrà preso dal figlio. Solo i suoi nipoti vedranno, (nel secondo volume) i risultati della sua opera.


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