LA SAGA DELLA FENICE VOL. 3

estratto

    Capitolo 2. Gli Incorporei.

Lucius faceva parte della Fenice da poco tempo. Era stato convinto ad aderirvi dall’Ammiraglio Gordon che lo aveva incontrato durante un viaggio nel tempo alla ricerca degli Incorporei, nella Roma Imperiale dell’anno 757 aUc. Il suo nome completo era Lucius Calpurnius Piso ed era stato un valente proconsole e, in Tracia, un eroico legato della Legio XI Claudia. Gordon, dopo una indagine nella sua mente, aveva visto in lui un possibile prezioso collaboratore e gli aveva proposto di seguirlo nel futuro. Lucius era stato sottoposto ai quattro trattamenti nozionali previsti e aveva raggiunto un livello di conoscenza pari a quello degli altri membri del Consiglio. La sua mente pragmatica e razionale, portata a una logica rigorosa, gli aveva permesso di inserirsi perfettamente nell’organizzazione ed era diventato il braccio destro di Gordon. La stessa mente che gli aveva procurato straordinarie vittorie in Tracia molti secoli prima, era impegnata ora nel tentativo di comprendere gli Incorporei e i loro segreti. Lucius oramai non si stupiva più di nulla. I trattamenti nozionali gli avevano fornito gli strumenti mentali e le cognizioni adeguate per comprendere tutto quello che lo circondava in quel tempo, così lontano per lui, nel futuro.
Comprendeva perfettamente fenomeni che erano impensabili nel suo tempo e grazie al suo carattere freddo e calcolatore, rimaneva imperturbabile di fronte a qualsiasi novità. L’unica cosa che lo sconvolgeva, anche se non lo avrebbe mai ammesso o fatto notare agli altri, era la presenza di Giorgio Relli2, la cui morte biologica risaliva ad un secolo prima ed era considerato un mito da tutti i membri della Fenice. Poco prima di morire, Giorgio Relli aveva riversato tutto il contenuto della sua mente nel super-computer dell’organizzazione3 e, quando Sean4, uno degli informatici più esperti, si accorse della presenza di quei dati, li fece trasferire in un nuovo super-computer organico, dalle prestazioni mai viste prima.
La nuova macchina non superava di molto, in velocità di elaborazione, i normali computer a corrente protonica ma riusciva a elaborare miliardi di dati contemporaneamente, per cui in definitiva, le sue prestazioni erano enormemente superiori. Fu così che Giorgio Relli ritornò in vita, anche se confinato all’interno di una macchina organica, i cui dati erano immagazzinati ed elaborati in filamenti di DNA. L’enorme contenitore cilindrico che lo ospitava era dotato di sensori atti a rilevare qualsiasi fenomeno avvenisse nelle sue vicinanze. Un monitor, inserito nell’involucro d’acciaio, ne mostrava il volto e la voce con cui parlava era assolutamente identica a quella che aveva avuto in vita.
La sua esperienza e le sue capacità mentali lo rendevano un preziosissimo aiuto per la Fenice. Il fatto che un uomo, morto un secolo prima, parlasse, ragionasse, possedesse dei ricordi e desse consigli agli altri dall’interno di una macchina, era un qualcosa che sconvolgeva intimamente la mente di Lucius. Sarebbe stato molto più normale per lui che gli déi avessero permesso a Giorgio di ritornare dall’Ade per riunirsi ai vivi.
Gordon aveva indetto una riunione alla quale era stato convocato il dr. Wiesman con il suo team di scienziati e ovviamente sarebbero stati presenti Lucius e Giorgio Relli. Quando tutti furono riuniti attorno al grande tavolo rettangolare, Gordon, che aveva ai lati Lucius e Giorgio, si rivolse al dr. Wiesman che sedeva di fronte a lui, al centro del suo team:
«Durante la precedente riunione avevamo evidenziato due particolari affermazioni che erano state espresse dagli Incorporei durante il mio viaggio nel tempo della Roma Imperiale. Queste affermazioni mi hanno lasciato molto perplesso poiché sono inspiegabili dalle nostre attuali conoscenze scientifiche. Lei e i suoi collaboratori, molto probabilmente, siete gli unici in grado di approfondire questi argomenti e darci delle spiegazioni.»
Il dr. Wieseman nascose accuratamente il piacevole orgoglio che lo pervase sentendo quelle parole e rispose con un’aria molto seria:
«I principali argomenti, per noi incomprensibili, sono due: il fatto che gli Incorporei ci dicono di esistere al di fuori del tempo e l’affermazione che tutte le teorie teologiche umane sono sempre state errate e lontane dalla realtà. Noi ci stiamo occupando ora del primo quesito e il dr. Wiesenthal è a capo del team di fisici che si dedica a questo problema.»
Fece un cenno con la mano al dr. Wiesenthal per invitarlo a parlare e questi iniziò con voce calma, scandendo le parole in un tono quasi didattico:
«Consideriamo l’asserzione degli Incorporei che affermano di esistere al di fuori del tempo. Quello che noi conosciamo come spazio-tempo comprende quattro dimensioni, di cui una è il tempo: x,y,z,t. La dimensione tempo ha senso soltanto in condizioni di moto della materia o di cambiamenti energetici di qualsiasi genere riferiti a onde elettromagnetiche o a variabili di natura gravitazionale o elettrica. Se potessimo raggiungere l’ipotetica temperatura di 0°K, cosa che è impossibile, allora la dimensione tempo perderebbe di significato poiché a quella temperatura non esiste alcun moto o cambiamento, a nessun livello. Questo ci dice che esistere al di fuori del tempo è impossibile ma forse è possibile per loro esistere al di fuori del nostro tempo e all’interno di un loro tempo.»
Fece una pausa guardando i presenti che lo seguivano attentamente e proseguì:
«Non sappiamo di cosa siano costituiti gli Incorporei. I corpi ospite di cui si servono sono dei singolari organismi basati sul silicio al posto del carbonio, ma la loro vera essenza ci è sconosciuta. In ogni caso, indipendentemente da che cosa li costituisca, essi pensano. Basta il susseguirsi dei loro pensieri per determinare una sequenza temporale e quindi inserirli in una dimensione tempo.»
Fece un’altra breve pausa e terminò:
«Quindi il problema da affrontare è in quale tempo gli Incorporei sono inseriti. Se la loro affermazione è vera, e non abbiamo motivi per pensare il contrario, allora la loro è un’altra dimensione tempo, diversa dalla nostra. Questo è l’obiettivo della nostra ricerca: una quinta dimensione, che potremmo chiamare ‘super-tempo’, che includa anche loro.»
La sala rimase in silenzio per diversi minuti. Ognuno stava considerando quanto aveva udito, alla luce delle proprie conoscenze scientifiche specifiche, quando la voce di Giorgio Relli risuonò nella sala:
«Signori, in qualche remoto angolo della vostra memoria ci sarà sicuramente, almeno un cenno, di un breve romanzo fantastico-fantascientifico, non molto conosciuto, intitolato Flatlandia e scritto da Edwin Abbott nel 1884. Ricorderete che l’autore immaginò un mondo a due dimensioni abitato esclusivamente da esseri poligonali bidimensionali. Nella seconda parte del romanzo il protagonista, un quadrato, incontra un essere straordinario, una sfera, che proviene da un mondo esterno chiamato Spacelandia. Questo incontro lo illumina sull’esistenza di una terza dimensione per lui finora sconosciuta e inimmaginabile. Ecco, io penso che noi ora, ci troviamo nelle stesse condizioni di quel quadrato bidimensionale.»
Alcuni sorrisi apparvero sui volti dei presenti al pensiero di essere assimilati a delle figure geometriche bidimensionali, ma tutti convennero, quasi allegramente, che la realtà era proprio quella. Mancava almeno una dimensione se non di più. Lucius che era rimasto in silenzio per tutto il tempo e che era stato particolarmente colpito dall’altra affermazione misteriosa degli Incorporei, introdusse il secondo argomento interessante:
«Mentre il dr. Wiesenthal sarà alla ricerca del “super-tempo”, dovremmo considerare l’altro aspetto delle affermazioni degli Incorporei riguardante l’errata interpretazione teologica della realtà. Il loro discorso lascia intuire l’esistenza di un essere superiore che li guida e che li ha incaricati della loro missione di pace. Nel mio tempo erano presenti molte religioni e, in tutte, erano presenti diverse divinità ma quelle più importanti erano riunite in una Triade. A Roma era particolarmente venerata la Triade formata da Giove, Giunone e Minerva che esprimevano anche la potenza politica di Roma oltre che quella religiosa.»
Tutti i presenti erano particolarmente attenti poiché ascoltare considerazioni su fatti avvenuti molti secoli prima da parte di un uomo che li aveva realmente vissuti era un fatto straordinario. Lucius proseguì:
«Di una delle principali religioni che sono state professate sulla Terra, il Cristianesimo, non ho notizie dirette in quanto si è diffuso diversi anni dopo la mia partenza per il futuro. Solamente dai trattamenti nozionali ho appreso della sua divulgazione e di alcune ipotesi che affermano che il Cristianesimo sia stato una delle concause del declino dell’Impero. Mi ha colpito il fatto che anche in questa religione, come in molte altre, viene venerata una Triade. Padre, Figlio e Spirito Santo nel Cristianesimo. Allāt, Al-Uzza e Manāt, le tre dee della religione pre-islamica. La Trimurti Indù formata da Brahma, Shiva e Vishnu. In molte altre religioni, come in quella norrena, egizia e greca, sono presenti Triadi simili. Non ritengo che le similitudini tra queste credenze, connotate da collocazioni geografiche e da teosofie molto diverse e lontane tra loro, siano delle coincidenze casuali. Ciò potrebbe essere un motivo di approfondimento della nostra ricerca.»
Giorgio intervenne:
«Nei nostri archivi non abbiamo prove storiche certe di presenze o apparizioni di divinità sulla Terra. Sono confermate storicamente le esistenze di Buddha e di Maometto come guide spirituali o profeti. L’unico a proclamarsi e a essere stato venerato come una divinità è Cristo del quale, però, non abbiamo prove storiche della sua esistenza, che viene provata dai suoi fedeli esclusivamente riferendosi a documenti confessionali e a testi ritenuti sacri dai cristiani, ma di non inoppugnabile rilevanza prettamente storica. L’unico documento storico che lo potrebbe riguardare ma che è impossibile da verificare, è un rapporto scritto di un centurione romano, il quale riferisce di aver crocifisso tre ebrei, senza citarne i nomi, nel luogo e approssimativamente nel periodo in cui i testi sacri indicano sia avvenuta la crocifissione di Cristo. Tutta la narrazione cristiana ha come fonti probanti i Vangeli, scritti da diversi autori nel corso di molti anni dopo la morte di Cristo e la Bibbia, antichissimo testo la cui origine, però, può essere definita solo fideisticamente, in assenza di reali prove storiche sui suoi autori e sulla veridicità dei suoi testi, per lo più allegorici, con evidenti scopi educativi e didattici.»
Fece una pausa, rilevando con i suoi sensori una estrema attenzione da parte dei presenti e proseguì:
«La Bibbia, che in effetti, come dimostra l’etimologia greca del termine (βιβλία = libri) non è un solo libro ma una raccolta di scritti di vari autori, potrebbe fornirci degli indizi utili.» Durante una seconda brevissima pausa rilevò un acutizzarsi dell’attenzione dei presenti, connotata da una attesa interrogatoria.
«Uno dei libri più antichi è la Genesi, che è presente sia nella Torah8 ebraica, sia nella Bibbia cristiana. Il testo è stato scritto in ebraico da autori ignoti, sembra attorno al V secolo prima dell’era Cristiana, Lucius lo daterebbe attorno al 200 a.U.c. e tratta, nella prima parte, dell’origine del mondo e la sua creazione, la cosiddetta preistoria biblica. È interessante notare che la narrazione è focalizzata sulla creazione della Terra, considerando in subordine il resto dell’universo e avviene per mano di un essere superiore, Dio, che fa nascere tutto da un insieme informe di acqua e tenebre. Il valore scientifico di questa narrazione è irrilevante anche considerandolo come un testo educativo destinato al primitivo mondo di allora. Va però notata la presenza di questo essere superiore che dopo la creazione impone delle regole imprescindibili al suo creato e ne rimane il supremo proprietario. I primi personaggi descritti nel testo, i Patriarchi, che si succedono e discendono tutti dal primo uomo creato da Dio, vivono delle vite lunghissime, della durata di quasi mille anni. Nel testo viene spiegato come questa straordinaria longevità sia frutto della benevolenza divina.»
Concluse dicendo:
«In assenza di rilevanza scientifica del testo e con contenuti molto spesso contraddittori e sovente in contrasto con l’evidenza scientifica, dobbiamo considerarlo un racconto allegorico, a scopo educativo, tramandato oralmente fino a giungere alla sua stesura in ebraico, avvenuta circa ventisette secoli fa. Dobbiamo invece riflettere su quali straordinari eventi del lontano passato lo abbiano fatto nascere, tanto da essere tramandato oralmente per così lungo tempo, fino alla sua stesura scritta. Sicuramente la trasmissione orale del racconto originario avrà prodotto, nel tempo, molte modifiche e addizioni testuali e concettuali, ma i dettagli non sono molto interessanti, poiché dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sull’evento principale che può aver causato il racconto e, su questo, formulare le nostre ipotesi.»
La sala rimase in silenzio per alcuni minuti e Gordon riprese la parola per concludere la seduta:
«Proporrei di creare due gruppi di lavoro. Il dr. Weisman con il suo team continuerà la ricerca della “quinta dimensione”...»
Si interruppe per un attimo sorridendo e aggiunse:
«Mentre Giorgio, Lucius e io andremo alla caccia di Dio.»
Tutti sorrisero lasciando la sala, solo il dr. Wiesenthal, passandogli vicino sussurrò a Gordon:
«Buona caccia, Ammiraglio»
che di rimando gli rispose con un ulteriore sorriso:
«Buona caccia anche a lei, dottore.»