CAPITOLO 1. Bruce era ancora in un corpo temporaneo. Aveva soltanto cinquant'anni e avrebbe potuto vivere in quel corpo per almeno altri centocinquanta. Sapeva che poco prima del termine del suo ciclo biologico, la sua mente sarebbe stata trasferita in un corpo artificiale come quello degli altri Immortali, ma l'idea non gli piaceva molto anche se si rendeva conto che il trasferimento sarebbe stato inevitabile, altrimenti la sua mente si sarebbe perduta per sempre in uno degli strati più esterni dell'universo di cui si sapeva poco, ma l'idea di dover lasciare Nuova Terra, non gli piaceva. Quel pianeta era rimasto uno dei pochi adatti alla riproduzione umana dopo la catastrofe che aveva distrutto la Terra. Molte altre specie si riproducevano su altri pianeti ma gli umani avevano le strutture e le condizioni ambientali per far proseguire l'esistenza della loro specie soprattutto su Nuova Terra. Dalla prima colonizzazione, avvenuta mille anni prima, il pianeta era molto cambiato. La presenza di dieci miliardi di esseri umani con il corpo temporaneo aveva richiesto profondi cambiamenti sulla superficie e anche nel sottosuolo. Un milione di Immortali si occupava della produzione dei corpi artificiali e un altro mezzo milione faceva parte della Sicurezza, ma era lui la massima autorità sul pianeta ed era lui che doveva prendere le decisioni importanti. Bruce era stato elevato al rango di Governatore ed era l'unico massimo responsabile di tutto il pianeta, ma la sua non era una carica elettiva. Il Governatore veniva scelto dal Centro Federale per i Trattamenti Mentali, sulla base di caratteristiche cerebrali tali da rispondere adeguatamente a determinati requisiti richiesti per la sopravvivenza e il progresso della specie. La Federazione, secondo le Antiche Leggi, aveva il compito di colonizzare l'intero universo con gli Immortali. I loro corpi non si degradavano ed era sufficiente una adeguata sorgente di energia per rigenerarli periodicamente e assicurare così una vita operativa praticamente eterna. Questo permetteva loro di viaggiare per secoli con le astronavi a curvatura e raggiungere pianeti, anche lontanissimi, non raggiungibili dalle Porte. Inoltre, la loro struttura corporea li metteva in grado di sopravvivere anche su pianeti in cui le condizioni ambientali sarebbero state impossibili per qualsiasi essere vivente. Non avevano bisogno di un'atmosfera respirabile e potevano resistere a temperature estreme. La loro vita dipendeva esclusivamente dalla disponibilità di energia che, nella maggior parte dei casi, veniva ricavata dalle emissioni della stella più prossima. Molti chiedevano di essere trasferiti nei corpi artificiali prima del tempo previsto, ma Bruce non lo avrebbe mai fatto perché amava quel pianeta e voleva rimanerci il più a lungo possibile. Nuova Terra era stata colonizzata mille anni prima, dal famoso Ammiraglio Gordon,1 le cui gesta riempivano gli archivi olografici storici. Quando arrivarono i primi coloni, sul pianeta era presente una fauna variegata, con la presenza anche di grandi rettili e feroci mammiferi predatori ai vertici della catena alimentare. A causa di ciò, i primi colonizzatori furono costretti a vivere all'interno di cupole protettive disseminate in tutto il pianeta e collegate tra di loro da corridoi protetti e sicuri. Con l'aumentare della presenza umana e volendo preservare tutte le specie autoctone, la situazione si invertì. Furono create, nel corso dei secoli, delle riserve naturali in vaste zone del pianeta dove gli animali potevano vivere liberamente, ma delimitandole con barriere invisibili e invalicabili. Il rimanente territorio rimase libero e sicuro per gli insediamenti umani. Bruce era affascinato da quei territori selvaggi dove la vita era rimasta com'era alle origini, prima dell'arrivo degli umani. Spesso oltrepassava la barriera e si addentrava da solo in quei luoghi, a bordo di una vecchia aeromoto. Rimaneva immobile nell'aria, a osservare i giganteschi rettili carnivori e i grossi felini con le zanne a sciabola aggirarsi nelle pianure in cerca di prede. Nel deserto, al di là delle Montagne Vulcaniche, la Porta era in funzione e collegava istantaneamente Nuova Terra con altri mille e ventidue pianeti sparsi nell'universo. La Grande Porta Temporale invece, era custodita nel locale sotterraneo dove era stata trovata mille anni prima, dall'Ammiraglio Gordon. Quella Grande Porta permetteva di spostarsi nel tempo oltre che nello spazio. Si diceva anche che permettesse di uscire dallo strato dell'universo dove si trovava e di accedere agli altri strati più esterni. Un'antica legge proibiva tassativamente l'uso di quella Porta e da allora non era mai stata utilizzata, nemmeno per scopi scientifici. Era custodita da un Immortale, il Guardiano della Grande Porta, che era agli ordini del Consiglio della Federazione. Quel divieto era impresso nella sezione delle Antiche Leggi dell'archivio storico. Gli Antichi avevano deciso che non ci sarebbero mai più stati viaggi negli altri strati dell'universo e che gli umani e le altre specie intelligenti avrebbero dovuto colonizzare, completamente e per sempre, quello che chiamarono lo Strato Uno, il loro universo. Bruce era molto curioso di conoscere i motivi che avevano indotto gli Antichi a proibire l'uscita dallo Strato Uno dato che nelle Antiche Leggi non era spiegato il motivo ma soltanto imposto il divieto. Aveva consultato diverse volte tutti le informazioni disponibili sull'argomento ma non era mai stato in grado di scoprire nulla. Veniva soltanto riferito che chiunque terminasse il proprio ciclo biologico senza prima aver trasferito la propria mente in un corpo artificiale, non avrebbe più avuto la percezione del proprio io e la sua mente sarebbe stata assorbita in uno strato esterno, andando perduta per sempre. Non c'erano informazioni né di che cosa ci fosse in quello strato esterno, né dove si trovasse e questo lo incuriosiva ancora di più. Gli scienziati che avevano ipotizzato un universo a cipolla, formato da vari strati concentrici, avevano in seguito confermato con diversi esperimenti che quella ipotesi era valida e spiegava molti fenomeni che non erano mai stati compresi prima. Nella documentazione contenuta negli archivi, quella teoria era soltanto delineata in linea generale, almeno nei documenti accessibili normalmente. Il primo ad aver formulato quella ipotesi fu uno scienziato di nome Wiesenthal e la sua preziosa mente era stata tra le prime ad essere trasferita in un corpo artificiale. Quel geniale scienziato era anche stato il primo a introdurre il concetto di energia pura. Il termine energia viene solitamente accompagnato da un aggettivo che lo specifica: elettrica, magnetica, nucleare, termica, ecc. Il termine energia deriva dal greco antico ἐνέργεια(enérgeia), derivato di ἐνεργής (energes), "attivo", composto dalla particella intensiva en e ἔργον (ergon) "lavoro", "opera". Il termine è stato utilizzato per la prima volta in ambito scientifico, nel 1619 E.C., da Keplero e da lui definito come: la capacità che un corpo ha di compiere lavoro, sia come energia in atto, sia come energia potenziale, suscettibile di tradursi in atto fisico attraverso opportune trasformazioni. Una precisa definizione di energia, non corredata da aggettivi e cioè pura, non è semplice da fornire. L’energia non ha alcuna realtà materiale ma è piuttosto un concetto matematico astratto che esprime un vincolo rispetto alle possibilità di processo e di simmetria temporale delle leggi fisiche. È semplicemente una capacità. Non esiste quindi nessuna sostanza, radiazione o fluido corrispondente all’energia pura. Possiamo definirla una capacità immateriale, che può generare effetti fisici materiali pur essendo immateriale. La sua ipotesi, in seguito confermata sperimentalmente, fu che quello che gli antichi chiamavano mente e che i credenti chiamavano anima, non era altro che energia pura e che una tale energia risiedeva in tutti gli esseri viventi, anche se con diversi livelli evolutivi. Bruce avrebbe voluto parlare della necessità di trasferire le menti nei nuovi corpi, con l'Ammiraglio Gordon di persona, ma non aveva la minima idea in quale parte dell'universo si trovasse. Con il suo corpo artificiale avrebbe potuto essere su qualsiasi pianeta anche non vivibile per un umano. Gli antichi Immortali non comparivano più negli archivi di Nuova Terra poiché, dopo cinquant'anni dal loro trasferimento nel nuovo corpo, tutti i dati venivano cancellati e conservati altrove. Gli archivi di Nuova Terra non erano autorizzati a conservare più a lungo quelle informazioni perchè divenivano di competenza Federale. La Federazione riuniva tutti i mille e ventitré mondi collegati dalle Porte e, accedere a tutti i suoi archivi, non era semplice. Era governata da un Gran Consiglio formato da cinque membri per ogni specie e presieduto a rotazione da un rappresentante di ogni specie. Gli umani avevano dieci rappresentanti, ma non ne erano avvantaggiati, perchè le decisioni dovevano essere prese all'unanimità dopo lunghi confronti mentali tra tutti i membri. Alla fine un super computer biologico coordinava tutte le varie opinioni, riassumeva il tutto ed emanava la legge. Bruce sapeva che la richiesta di informazioni che lui cercava avrebbe dovuto essere elaborata dal super computer e poi approvata da un alto funzionario del Consiglio. L'Ammiraglio Gordon era un personaggio troppo importante e le informazioni che lo riguardavano non potevano essere diffuse senza un motivo più che valido. Il Gran Consiglio della Federazione si trovava sul pianeta Uluth che era collegato da una Porta come tutti gli altri pianeti della Federazione. Bruce decise di fare un tentativo e pensò che sarebbe stato meglio andarci di persona piuttosto che mandare un drone messaggero attraverso la Porta. Era da tanto che non lasciava il pianeta e l'idea di un viaggio non gli dispiaceva. Si alzò dalla sua comoda poltrona a cuscino magnetico, che era un pezzo di antiquariato che amava particolarmente e si avvicinò alla grande vetrata del suo ufficio che occupava l'intero trecentesimo e ultimo piano della torre del Governatorato di Nuova Terra. Rivolse lo sguardo verso la zona selvaggia protetta dalla barriera invisibile ma non vide aggirarsi nessun animale. Era stato deciso di far arrivare la riserva fino ai confini della città per evidenziare l'ottimale convivenza tra l'antico e il moderno. La conservazione delle origini selvagge del pianeta accanto all'attualità iper-tecnologica. Spesso gli abitanti si soffermavano ai limiti della barriera per ammirare qualche bestione di passaggio e sobbalzavano col cuore in gola nel vedere un grosso predatore andare a sbattere contro la protezione nel tentativo di ghermirli. Sentirsi preda di un enorme e famelico Gigantosaurus o di un feroce Smilodonte, la grande tigre dai denti a sciabola, provocava sempre un'intensa emozione anche sapendo che la barriera era assolutamente inviolabile. Bruce ritornò sulla sua poltrona e attivò il microscopico comunicatore, che aveva sotto pelle all'interno del polso sinistro, per far predisporre il viaggio. Con un tono cordiale come sua abitudine, spesso considerato inconsueto dai suoi sottoposti data l'alta carica che ricopriva, si rivolse al suo assistente: «Jordan, devo andare su Uluth, dovresti predisporre il mio trasferimento attraverso la Porta.» L'assistente era stato un alto ufficiale della Sicurezza sulla Terra e la sua mente era stata trasferita molti anni prima in un corpo artificiale di categoria A, che disponeva di prestazioni fisiche eccezionali. «Quando vuole partire, signore?» Rispose prontamente l'assistente. Bruce pensò qualche secondo e si disse che sarebbe stato inutile rimandare visto che al momento non aveva impegni istituzionali urgenti e rispose: «Domani mattina.» Si rilassò sulla poltrona meditando sul più efficace metodo di ricerca da adottare una volta su Uluth. Il suo scopo era quello di riuscire a parlare con l'Ammiraglio Gordon ma sarebbe stato altrettanto utile farlo con qualcuno dei suoi storici collaboratori e, mentalmente, stilò una lista, riferendosi alle informazioni che aveva in archivio. Giorgio Relli, il leggendario membro dell'antichissimo Consiglio della Fenice. Lucius, che Gordon aveva fatto viaggiare nel tempo per assicurarsi la sua preziosa collaborazione. Wiesenthal che per primo aveva ipotizzato la conformazione a cipolla dell'universo. Weissman che aveva coordinato il team di scienziati. Inoltre c'erano alcuni scienziati, le cui menti erano state ripescate dall'antichità, viaggiando nel tempo poco prima della loro morte naturale, che erano stati coinvolti nella formulazione di quelle ipotesi fondamentali per la scienza. Ognuno di loro avrebbe potuto soddisfare la sua curiosità. Confidando nella sua autorità di Governatore di Nuova Terra, si preparò a partire. Non era il suo primo viaggio attraverso la Porta ma il pensiero che il suo corpo venisse sbriciolato e poi ricomposto a milioni di anni luce di distanza, gli creava sempre un certo disagio anche se era consapevole che era un processo che avveniva da secoli e non si era mai verificato alcun incidente. Uscì dal toroide della Porta e venne accolto dal personale di guardia al quale esibì le sue credenziali che sortirono subito un certo effetto. Il Governatore di un Pianeta meritava un'attenzione particolare. Un nativo di Uluth, che indossava l'uniforme nera della Federazione, lo salutò con deferenza e gli chiese: «Viaggia da solo signore? Dove è diretto?» La sua autorità gli permise di non rispondere e disse seccamente: «Mi procuri un velivolo di servizio, per favore.» L'uluthiano, forse per farsi perdonare la domanda troppo affrettata e indiscreta, gli fece trovare all'uscita, un lussuosissimo aerotrasporto a gravità inversa, del tipo che normalmente era riservato alle più alte cariche della Federazione. L'assistente di volo lo fece accomodare su una soffice poltrona e gli chiese se volesse qualcosa da bere o fare uno spuntino. Bruce guardò la giovane assistente che si era inginocchiata a due passi dalla sua poltrona e attendeva i suoi ordini. Era una uluthiana ma avrebbe potuto passare benissimo per una di Nuova Terra se non fosse stata così alta e non avesse avuto i padiglioni auricolari leggermente appuntiti. La trovò comunque molto carina nella sua attillata uniforme bianca. Pensò che le sceglievano attraenti e servizievoli per allietare il volo dei passeggeri importanti che utilizzavano quel mezzo di trasporto. Le rispose con un mezzo sorriso: «No, grazie non voglio nulla. Informi il pilota di portarmi al Complesso Galaxy.» La giovane si alzò in piedi, era altissima, sicuramente al di sopra della media delle uluthiane e, con uno smagliante sorriso, perfettamente in linea con l'addestramento ricevuto, gli rispose: «I suoi desideri sono i miei desideri, signore. Informo subito il pilota» e scomparve nella cabina di pilotaggio. Un paio di minuti dopo, sentì il velivolo sollevarsi silenziosamente, con una leggera inclinazione.
Conosceva il Complesso Galaxy per averci soggiornato alcune volte in passato. Era un lussuoso complesso abitativo situato in una torre di duecento piani non lontano dal gruppo di torri che formavano la sede del Governo della Federazione. In genere era frequentato da alti funzionari, provenienti da tutti i mondi federati. Durante il tragitto si mise a pensare quale delle sue vecchie conoscenze gli avrebbe potuto essere utile. Si ricordò di Chad, un suo coetaneo di Nuova Terra assieme al quale aveva frequentato l'Accademia Spaziale molti anni prima e che sapeva essere rimasto nella Flotta, mentre lui si era congedato per intraprendere la carriera diplomatica. Non sapeva che incarico avesse Chad attualmente ma lo avrebbe rintracciato col suo numero identificativo personale. Il velivolo si posò sulla pista alla sommità della torre e ne discese accompagnato dal deferente saluto dell'assistente di volo. Il personale della torre era stato evidentemente avvertito dal pilota che un Governatore sarebbe arrivato per alloggiare al Galaxy e un addetto all'accoglienza lo stava aspettando sullo spiazzo. Il giovane incaricato, vestito con un'elegante tunica all'ultima moda, gli si rivolse con la consueta deferenza: «Benvenuto signore. Sono stato incaricato di accoglierla e di soddisfare qualsiasi sua esigenza. Di quale tipo di alloggio necessita? Prevede di avere ospiti?» Mentre entravano nell'altana di fronte alla pista di atterraggio, Bruce gli rispose: «Voglio un alloggio solamente per me, in un piano tranquillo e non voglio essere disturbato. Non prevedo riunioni con altre persone.» Si fermarono davanti alla porta di accesso di uno dei numerosi ascensori che si aprì immediatamente. Entrarono e il giovane disse: «Benissimo, signore. La accompagno al piano 99. Si trova in una propaggine della torre e ogni appartamento dispone di un ascensore riservato che lo collega direttamente sia alla superficie e sia alla pista di volo. È il piano più riservato e discreto del complesso.» Giunsero in una manciata di secondi al piano 99 e l'assistente lo accompagnò fino alla porta, che si aprì automaticamente. «Troverà tutto quello che le può servire e, per qualsiasi ulteriore esigenza, può chiamare l'Accoglienza direttamente dal suo comunicatore personale. Le auguro un piacevole soggiorno, signore.» L'appartamento era enorme, quasi metà della zona privata del suo ufficio su Nuova Terra, che occupava un intero piano dell'edificio. Sorrise dentro di sé pensando che, se avesse chiesto un appartamento dove ricevere ospiti o indire delle riunioni, chissà che appartamento gli avrebbero messo a disposizione. Guardandosi in giro notò che nella stanza principale c'era l'ascensore privato che, come annunciato dal giovane addetto, collegava l'appartamento con la superficie e con la pista di volo alla sommità della torre. Era arredato all'antica con pesanti mobili di legno scuro che richiamavano il passato di tanti secoli prima e che contrastavano con gli accessori iper-tecnologici come la cucina e il bar automatici, il bagno a ultrasuoni e una piccola piscina con onde artificiali. Un generatore di immagini 3D era sistemato nel centro del locale, di fronte a due enormi divani. In un angolo era immobile un robot servitore dalle sembianze umanoidi che si sarebbe potuto attivare vocalmente pronunciando la sigla luminosa che appariva sulla sua fronte, ma decise di non utilizzarlo per il momento. Preferì, invece, immergersi nella piscina, dopo aver attivato il dispositivo che provocava lo spumeggiare dell'acqua, per rilassarsi e pensare. Per dar lustro alla vasca, sul bordo lampeggiava discretamente una minuscola iscrizione che si richiamava all'antichità terrestre che ormai era diventato soltanto un nostalgico ricordo: "Jacuzi" Inserì il numero identificativo di Chad nel comunicatore richiedendo la chiamata olografica e, nell'attesa, si allungò nella vasca chiudendo gli occhi in totale relax. Dopo qualche minuto apparve un'immagine olografica con il volto dell'amico e la sua voce allegra e squillante disse: «Ciao Bruce, come stai? È da tanto che non ti sento, va tutto bene?» Si scosse dal torpore e rispose: «Ciao Chad, sto benissimo. Dove sei? Vorrei parlarti, quando ci potremmo vedere?» Il volto nell'immagine sghignazzò: «Vuoi forse presentarmi quella uluthiana che hai di fronte a te nella vasca?» «Potrei anche farlo» rispose sorridendo e aggiunse: «Sono al Galaxy, ce la fai a raggiungermi?» La risposta gli giunse sempre ridacchiando: «Se è bella ti raggiungo per cena» e chiuse la comunicazione. Soddisfatto di aver rintracciato subito il suo amico, uscì dalla vasca e si avvolse in un morbido telo assorbente. Nell'appartamento era disponibile una sartoria automatica di ultima generazione. Si mise nudo nello scanner e scelse un'uniforme del tipo usato su Nuova Terra, con una semplice decorazione che indicava chiaramente il suo rango. Era meglio evidenziarlo, si disse. L'uniforme gli calzava perfettamente e, nonostante sapesse dell'esistenza di quelle nuove macchine, si stupì per la rapidità e per la perfezione con cui era stata confezionata per lui quell'uniforme. Doveva attendere l'ora di cena per incontrare Chad. Si accomodò su uno dei due enormi divani per sentire gli ultimi comunicati del Consiglio della Federazione e attivò il generatore di immagini 3D. Era un modello che non aveva mai visto. Al Galaxy evidentemente mettevano a disposizione dei loro ospiti importanti tutta la più avanzata tecnologia. Guardando meglio il pannello di comando, la sua attenzione venne richiamata da un pulsante con impresso un cuoricino. Incuriosito, lo sfiorò e apparve un ologramma con delle opzioni che chiedevano di scegliere sesso, razza, età e conformazione somatica. Pensò che l'offerta del Galaxy agli ospiti prevedesse anche immagini erotiche e, anche se non aveva in mente un intrattenimento di quel genere, per pura curiosità scelse: femmina, Nuova Terra, 40 anni, formosa. Apparve una splendida donna, come aveva chiesto, avvolta in una corta tunica che copriva a malapena le sue forme procaci. Si meravigliò dell'immagine così realistica, ma rimase stupefatto quando la donna gli si avvicinò e gli toccò la mano, dicendogli con una voce sensuale: «Buona vita! Sono Zeina...» Si riebbe dallo stupore e si accorse che era un'immagine tridimensionale ma toccandola dava la sensazione di un corpo vero e reale. Immaginò quali prestazioni fosse in grado di offrire agli ospiti ma non voleva distrazioni in quel momento perchè voleva concentrarsi sul colloquio con Chad. Dopo si diede dello stupido ma, prima di spegnere tutto, salutò educatamente Zeina con un "ciao", anche se era solo un sofisticato ologramma. Ogni appartamento del Galaxy era fornito di una cucina automatica dove gli ospiti potevano chiedere qualsiasi specialità di qualsiasi pianeta. Per i nostalgici dei vecchi tempi, però, avevano previsto al secondo piano un ristorante tradizionale con veri cuochi e veri camerieri. La grande sala era arredata come si usava sulla Terra qualche migliaio di anni prima, con pareti ricoperte da vero legno, tavoli con comode poltroncine imbottite e lampadari dell'epoca. L'unico dispositivo tecnologico moderno erano le cupole acustiche. Potevano essere attivate su richiesta e isolavano le conversazioni che avvenivano attorno a un tavolo dal resto della sala, assicurando una riservatezza totale ai commensali. Nessun suono dall'interno poteva oltrepassare le pareti della cupola acustica e nessuno vi poteva entrare dall'esterno. Chad entrò puntuale nel ristorante e guardandosi in giro vide Bruce seduto ad un tavolo in un angolo della grande sala. Vi si diresse a grandi passi sorridendo. Bruce si alzò per stringergli la mano e, sorridendo a sua volta, gli disse: «Benvenuto signor Contrammiraglio!» Notando il decoro sulla sua uniforme e sentì l'immediata risposta dell'altro: «Quale onore, signor Governatore di Nuova Terra!» Risero entrambi e cominciarono a raccontarsi a vicenda quello che era successo durante il tempo in cui non si erano visti. Il discorso cadde sui corpi artificiali e Bruce chiese sorridendo: «Hai intenzione di cambiare il tuo corpo con uno eterno e imbattibile?» Chad si fece serio e rispose: «Sono convinto che sarà necessario farlo per sopravvivere, ma è una fatto che mi lascia molti interrogativi...» e aggiunse: «lo farò proprio quando sarò costretto a farlo per non sparire del tutto da questo mondo. Tu invece?» Bruce colse l'occasione che non si aspettava dal suo amico e rispose: «La penso allo stesso modo e ti dirò che il motivo della mia visita su Uluth riguarda anche questo...» Allo sguardo interrogativo di Chad proseguì: «Mi incuriosisce molto il fatto che nelle Antiche Leggi non sia spiegato il motivo del divieto di esplorare gli strati esterni dell'universo, la cui esistenza è provata dagli scienziati e dove andrebbero perdute le menti non trasferite. Io cambierò il mio corpo temporaneo proprio all'ultimo momento perchè so che così facendo sarò costretto a lasciare Nuova Terra. Amo molto quel pianeta e non solo perché ci sono nato, come quasi tutti quelli della nostra specie del resto.» Chad ridivenne allegro per un attimo e disse quasi ridendo: «Ho capito! Ti sei affezionato a quelle brutte bestiacce che girano per i boschi del pianeta.» Ridiventando serio aggiunse: «Pensi di trovare delle risposte qui su Uluth?» Bruce decise di chiarire le sue intenzioni completamente: «Vorrei parlare personalmente con l'Ammiraglio Gordon o con qualcuno dei suoi più stretti collaboratori di allora.» Dopo una breve pausa in silenzio, Chad gli chiese guardandolo, serio, negli occhi: «Che cosa chiederesti all'Ammiraglio?» Bruce non ebbe esitazioni: «Gli chiederei innanzitutto i motivi del divieto di esplorare gli strati esterni dell'universo. Le Antiche Leggi sono state promulgate ai suoi tempi e credo anche con il suo contributo. E poi...» allo sguardo interrogativo dell'amico, proseguì deciso: «Nell'archivio di Nuova Terra ho trovato per caso un frammento di un ologramma, che faceva parte di un'informazione e che, evidentemente per errore, non era stata cancellata completamente. Come sai bene, la Federazione invia periodicamente dei funzionari per aggiornare gli archivi locali di tutti i pianeti. Da quel frammento mi sembrò di capire che L'Ammiraglio avesse dato la caccia per molto tempo a degli esseri incorporei che esistevano in uno strato esterno.» Chad si fece serio: «Interessante...» e aggiunse pensieroso: «non sarà facile trovare l'Ammiraglio. L'ultima notizia su di lui l'ho avuta per caso da un ufficiale mio sottoposto che lo aveva visto, alla Porta del pianeta Govhlor, imbarcarsi su un vecchio Ranger per raggiungere S-102A, nel centro della galassia Milky Way. Ma questo deve essere successo più di un anno fa.» Bruce provò a chiedere: «Pensi di riuscire a ottenere informazioni più recenti sull'Ammiraglio?» L'amico con un tono dubbioso rispose: «Posso provare, anche se non credo sarà una cosa facile rintracciarlo. Comunque interessa anche a me questo argomento e per cominciare darò un'occhiata negli archivi della Flotta, per lo meno fino al livello che il mio grado lo permetterà.» Si lasciarono con una stretta di mano e con la promessa reciproca di rimanere in contatto. Si era fatto tardi e Bruce decise di ritornare nel suo appartamento. Si allungò con piacere sul morbido letto sospeso a mezz'aria che si modificò immediatamente alla forma del suo corpo. Gli venne per un attimo l'idea di attivare Zeina, ma ci ripensò e si addormentò subito. Si svegliò molto presto e decise di fare un tentativo presso l'archivio della Federazione. Chiamò l'Accoglienza e chiese di avere un mezzo a sua disposizione sul tetto della torre. Dopo essersi vestito, fece colazione con calma e prese l'ascensore che dava direttamente sulla pista di volo. Lo stava aspettando un piccolo velivolo biposto e pensò subito che quelli del Galaxy volessero risparmiare. Poi ripensandoci capì che, non sapendo la sua destinazione, avevano scelto quel piccolo velivolo che sarebbe stato in grado di posarsi dovunque. La sua stima per il Galaxy accrebbe ancora di qualche punto. Il giovane pilota, che indossava un'uniforme più adatta ad avventure nello spazio profondo che a un pilota di mezzi cittadini, gli chiese con un simpatico sorriso: «Dove vuole andare signore?» «Portami alle torri del Governo della Federazione» rispose Bruce e chiese anche: «sai quale è la torre degli archivi?» Il giovane sorrise con sufficienza come se gli avesse chiesto il nome di sua madre: «Certamente signore. Penso sia meglio che la faccia scendere sulla pista del tetto. Quella a livello del suolo è molto affollata. Vuole che preavvisi il suo arrivo?» Bruce annuì col capo e gli inviò sul comunicatore il suo numero personale. Sperava che il suo rango gli facilitasse qualche contatto utile.
Un giovane uluthiano in uniforme da ufficiale lo accolse all'arrivo: «Buongiorno signore. Come posso esserle utile?» Bruce pensò che il suo rango avesse prodotto l'effetto che si aspettava visto che gli avevano mandato un ufficiale a riceverlo e rispose con un tono distaccato: «Devo consultare alcuni archivi.» Il giovane senza battere ciglio disse: «Bene signore, mi segua per favore.» Nell'altana presero un ascensore che li portò fino al decimo piano. Percorsero un lungo corridoio fino a una porta che si aprì immediatamente. Dalla soglia il giovane gli indicò uno scanner: «La prego di farsi riconoscere. Al di là della porta un addetto all'archivio sarà a sua disposizione.» Bruce lo ringraziò con un cenno del capo e il giovane rimase sulla soglia fino a quando la porta si aprì dopo che il riconoscimento era andato a buon fine. Gli venne incontro un uomo corpulento che mostrava un'età molto avanzata, forse vicina ai duecento anni. Sicuramente non era un nativo di Uluth e molto probabilmente era di Nuova Terra, pensò Bruce. Camminando verso di lui leggermente incurvato gli si rivolse con un tono gentile: «Buongiorno signore. Lei deve essere il Governatore di Nuova Terra, almeno così mi hanno riferito.» Bruce cercò subito di farselo amico: «Sì sono il Governatore di quel pianeta e mi sembra che anche lei provenga da quel mondo.» Il vecchio, lieto che la sua origine fosse stata notata, sorrise e dimostrando di aver voglia di parlare, ribatté: «Ha ragione signore. Il mio nome è Baker e ho lasciato Nuova Terra tanti anni fa. Mi crede signore se le dico che ogni tanto ho nostalgia di quel mondo con tutte le sue feroci bestiacce?» Bruce sorrise di rimando, lieto di instaurare un rapporto amichevole col vecchio che gli potrebbe essere molto utile, provò con l'argomento sui corpi artificiali: «Come mai alla sua età è ancora nel corpo temporaneo?» Il vecchio scosse la testa e rispose: «Non me lo chieda signore. Questa vecchia macchina naturale è al limite e sto aspettando che mi mettano in una bella macchina nuova, ma prima devo attendere che arrivi il mio sostituto. Sembra che i giovani non amino gli archivi perché qui c'è poco movimento e si annoiano» si interruppe per un attimo e guardandolo in viso aggiunse: «che tipo di ricerca vuole fare signore? Non voglio farle perdere del tempo parlandole dei miei acciacchi di vecchiaia.» Bruce pensò un attimo e disse con noncuranza: «Vorrei dare un'occhiata alle leggi più antiche che si trovano in archivio.» Il vecchio gli fece segno di seguirlo e lo condusse in una sala di consultazione. Al centro c'era una consolle con una poltrona a cuscino magnetico. Prima di uscire gli disse: «Funziona a comandi vocali oppure attraverso il suo comunicatore. La stanza è completamente insonorizzata da una cupola acustica. La riservatezza è totale» e, prima andarsene, aggiunse con un sorriso cordiale: «se dovesse aver bisogno di qualsiasi cosa, mi chiami pure.» Bruce si rilassò sulla poltrona che era particolarmente confortevole e adatta a lunghe consultazioni dell'archivio e iniziò la sua esplorazione. Consultò l'archivio per qualche ora ma non trovò nulla che non avesse già visto nel suo archivio su Nuova Terra. Stava per rinunciare quando gli venne in mente un tentativo e chiamò il vecchio Baker: «Non ci sono altri archivi che contengono le Antiche Leggi? Qui non trovo le notizie che sto cercando.» Il vecchio lo guardò dubbioso e gli chiese: «Posso sapere che cosa cerca in particolare signore?» Bruce decise di essere sincero, confidando nella simpatia che il vecchio gli ispirava: «Cerco informazioni sui motivi per cui gli Antichi proibirono i viaggi negli strati esterni.» Lo disse quasi tutto d'un fiato e rimase in attesa della reazione del vecchio archivista. Questi, guardandolo negli occhi disse a bassa voce, con un'aria quasi di complicità: «Le confesso signore, che mi sono spesso posto anch'io quella domanda...» e aggiunse: «qui non troverà nulla sull'argomento ma forse posso aiutarla.» Attivò il suo comunicatore e Bruce lo sentì dire: «George ho bisogno del tuo codice per un paio d'ore.» Sentì la voce rispondere: «Baker lo sai che è contro tutti i regolamenti, vero?» Il vecchio, con una voce calmissima, gli fece eco: «E tu sai che mi devi quel grosso favore, vero?» Prima di chiudere la comunicazione ricevette il codice sul comunicatore e rivolto a Bruce disse con un leggero sorriso: «È un amico. Il suo codice non è al massimo livello ma è sicuramente più alto del mio.» Inserì il codice nel generatore di ologrammi e mentre usciva disse: «Provi ora signore. Qualcosa di più di prima dovrebbe trovare.» Dopo una mezz'ora Bruce trovò qualcosa di interessante. Non era molto ma era una piccola traccia che avrebbe potuto portarlo nella direzione giusta. In un antico ologramma trovò un documento dell'Ammiraglio Gordon che presentava una proposta di legge per la proibizione dei viaggi negli strati esterni, motivata da due ragioni. La pericolosità dello Strato Due e l'inopportunità di interferire con gli Strati Tre e Quattro. La sua proposta era stata formulata sulla base delle risultanze dei viaggi degli Investigatori e in particolare di quello chiamato Investigatore Numero Uno. Continuò la ricerca, fino al limite delle due ore richieste da Baker all'amico, senza trovare ulteriori notizie utili. Registrò sul suo comunicatore la parte più interessante e chiuse tutto. Mentre usciva, augurò di trovare al più presto un nuovo corpo artificiale al vecchio archivista che lo salutò con un sorriso e un cenno della mano. Sul tetto, il pilota lo stava aspettando seduto nella piccola cabina, assistendo a un ologramma che riproduceva una fantasiosa avventura nello spazio dove dei soldati uluthiani combattevano contro esseri alieni mostruosi e feroci. Bruce salì a bordo e gli chiese sorridendo: «Chi sta vincendo?» Il giovane sorrise e rispose: «Noi, ovviamente...» e aggiunse: «dove la porto, signore?» «Al Galaxy.» Rispose distrattamente, con la mente immersa nei suoi pensieri.
Rientrato nell'appartamento, incominciò a considerare le informazioni che aveva trovato. L'Ammiraglio aveva spedito degli investigatori negli strati esterni ma nella documentazione ufficiale accessibile a tutti, non veniva menzionato nulla del genere. Esistevano almeno altri tre strati esterni sui quali non si sapeva nulla ufficialmente. Si sapeva soltanto che esistevano altri strati non meglio definiti ma che cosa ci fosse dentro era un mistero, mentre l'ammiraglio doveva saperlo perfettamente se ci ha mandato degli investigatori e soprattutto quello chiamato Numero Uno. Lo Strato Due era dichiarato pericoloso, perchè? Quali pericoli nascondeva? Negli altri due era meglio non interferire, ma non erano considerati pericolosi. Erano soltanto alcune della miriade di domande alle quali non poteva dare alcuna risposta. Decise di informare Chad su tutto quello che aveva scoperto e sentire il suo parere. Forse lui aveva qualche notizia in più per capirne qualcosa. Lo chiamò al comunicatore e dopo alcuni minuti rispose: «Ciao Bruce, scusami ma sono occupato, devo vedere una persona.» Bruce cercò di scusarsi: «Scusami tu Chad, ci possiamo vedere a cena? Ho delle novità.» L'amico gli rispose con una gran fretta: «Penso di avere anch'io delle novità. Ci vediamo domani sera a cena. Devo scappare, ciao.» Chiuse il comunicatore e rimase sovrappensiero per la fretta che aveva dimostrato Chad. Forse era riuscito a scoprire qualcosa? Altre domande si sovrapponevano a quelle che già aveva in mente. Decise che doveva staccare la mente fino all'indomani quando avrebbe rivisto Chad. Fino ad allora, rimuginare su delle ipotesi non verificabili, sarebbe stato inutile e forse anche dannoso. Attivò il generatore di immagini 3D e, dopo aver premuto il cuoricino rosso, riapparve Zeina. Si abbandonò tra le braccia di quella stupenda immagine, che era un corpo reale a tutti gli effetti e si dimenticò dell'Ammiraglio Gordon, degli strati dell'universo e di tutto il resto. La lasciò in funzione fino a poco tempo prima di incontrare Chad e scoprì che aveva altre notevoli qualità. Oltre a essere una splendida amante era in grado di conversare piacevolmente e di esprimere pareri e giudizi su un'infinità di argomenti. Chiacchierarono a lungo e sembrava che lei provasse piacere nel conversare con lui. Non utilizzò nemmeno il robot servitore perchè Zeina si occupò di tutto nell'appartamento. Se non l'avesse vista uscire dal generatore di immagini 3D non si sarebbe mai accorto che non fosse una donna reale. Quando si fece l'ora di incontrare Chad, esitò e si dispiacque di doverla far svanire. Un istante dopo si diede dello stupido per essersi dispiaciuto per un ologramma. . |